About me
About me
Sono Eleni Drakaki, psicologa abilitata e psicoterapeuta familiare in formazione.
Approccio ogni persona che incontro nel mio lavoro con il desiderio di riconoscere e apprezzare la sua unicità, attivare le risorse inesplorate e facilitare la migliore espressione di sé. La mia passione per le relazioni mi ha portata a lavorare oggi come terapeuta di coppia grazie alla Terapia Focalizzata sulle Emozioni: l’approccio che ha cambiato la mia vita e il modo di praticare la mia professione.
Il mio percorso di terapeuta
Fin dai primi anni dell’università il mio interesse era principalmente focalizzato a sviluppare una profonda comprensione di me stessa e dei miei vissuti emotivi. Mi fu evidente subito che per guardare gli altri con occhi attenti e premurosi avrei dovuto prima imparare a guardare ciò che ero io e il mio bagaglio di esperienze con compassione. Grazie alla terapia personale, entrare in contatto con la mia parte fragile e bisognosa, che con quella parte di perseveranza, determinazione e coraggio, mi ha dato la possibilità di sperimentare il processo di cura di cui tanto desideravo promuovere nelle persone.
Poi la mia vita è stata segnata con “il prima e il dopo” della maternità. Quel solco che divide ciò che eri da ciò che sei ora dopo un figlio (dopo due figlie per esattezza). Un’ esperienza di trasformazione significativa a più livelli che mi ha dato una prospettiva più ampia legata al ruolo di figlia e di madre. Di pari passo a questo cambiamento personale cambiava inoltre il mio sguardo professionale. Come si vede dal mio curriculum mi sono appassionata di tutto ciò che riguarda il vissuto materno, l’esperienza della nascita, fisica e psicologica del bambino, il suo accudimento e il potere che agisce sui suoi genitori. Se posso racchiudere il senso di questa “attrazione” verso il periodo perinatale e ai disagi e ai doni che porta nella vita delle donne e degli uomini, è forse la necessità di guardare là dove prende origine l’esistenza, e cercare di proteggere questo processo così intimo, a partire dai grandi, dal loro bisogno di diventare per sé stessi una base sicura dalla quale esplorare le relazioni con i figli.
Peculiare è stata la attenzione di vedere la persona come parte di un legame, di tante relazioni che la influenzano e sulle quali lei agisce un’influenza. Questo mi ha aiutato a evitare di semplificare i problemi proponendo soluzioni “ideali” e mi ha orientato, più sul capire cosa l’intreccio relazionale poteva offrire, perché quella persona potesse ritrovare il suo benessere. Così, mi sono “innamorata” dell’approccio sistemico, forse meglio dello sguardo sistemico e della complessità e ho deciso otto anni fa di approfondire, studiando con la mia mentore Kyriaky Polychroni la coppia nella Terapia Focalizzata sulle Emozioni.
Successivamente, l’opportunità di coltivare il sé del terapeuta come strumento principale e la conoscenza della famiglia me l’ha offerta la Scuola di Psicoterapia Mara Selvini Palazzoli. Con docenti e supervisori altamente qualificati e l’accompagnamento dei miei genogrammisti Roberto Mazza e Gianni Gambiaso acquisire un senso di padronanza nel processo terapeutico e la capacità di essere per i miei clienti una figura che li facilita ad esprimere le potenzialità dei loro legami è stato uno dei viaggi più significativi al mio percorso formativo.
Modelli di riferimento
La teoria dell'attaccamento
La teoria dell'attaccamento rappresenta il più significativo quadro concettuale, e ci offre risposte alle questioni più cruciali sulle relazioni umane. Come ci intrappoliamo in strategie futili che ci privano dell'amore che desideriamo dai nostri partner e familiari? E, cosa più importante: come possiamo concentrare meglio i nostri sforzi di guarire e coltivare il prezioso legame con coloro che amiamo? La lente dell' attaccamento ci offre una chiara prospettiva depatologizzante dalla quale si legge la natura più profonda della sofferenza umana e fornisce al terapeuta un linguaggio per le ferite e i dilemmi delle persone. In quanto teoria del trauma, la teoria dell'attaccamento ci aiuta soprattutto a comprendere la gravità dietro le ferite emotive, come il rifiuto o l'abbandono percepito da una persona cara. Dal momento in cui riusciamo a dare un senso al dramma di una relazione difficile abbiamo bisogno di un approccio orientato all'intervento, come la EFT. Le nuove esperienze riparative possono destabilizzare vecchie paure e predisposizioni, consentendo di completare ed espandere i modelli operativi interni e costruire ed integrare dei nuovi comportamenti. John Bowlby ha sempre creduto che l'attaccamento fosse questione di una vita intera. Dalla culla alla tomba, le persone vogliono qualcuno che si preoccupi di loro, che dia loro attenzione e valore, che addolcisca le loro ferite, che li rassicuri nei momenti brutti della vita e che li tenga la mano per attraversare l'oscurità.
L'approccio sistemico relazionale
L'approccio sistemico relazionale riconosce il potere del contesto e della relazione e li usa per favorire il cambiamento della persona. Concentrandosi sulle interazioni "qui e ora" e sul loro potere di dirigere e vincolare il comportamento individuale, il terapeuta sistemico tenta di rompere i cicli ripetitivi inflessibili che includono un comportamento sintomatico o disfunzionale. La causalità é circolare, quindi nessun comportamento di per sé ne causa semplicemente un altro, piuttosto ciascuno è collegato in una catena, in un ciclo ad altri comportamenti. Questa prospettiva incoraggia il terapeuta a scoprire come ciascun membro della famiglia o della coppia contribuisce inconsapevolmente alla creazione delle risposte negative dell'altro. Il modo in cui le persone si definiscono dalla comunicazione con gli altri significativi influisce anche sul modo in cui vedono sé stesse e strutturano le loro risposte intrapsichiche, cioè cosa pensano e provano verso sé stessi. Il terapeuta sistemico relazionale quindi può lavorare sulle relazioni di un individuo, anche se non incontra fisicamente nella stanza della terapia le persone significative visto che il paziente le porta nella sua mente.
Cosa aspettarvi da me.
• Impegnarmi fino all’ultimo incontro di costruire e mantenere una buona alleanza, un clima di fiducia e mutuo rispetto. Dare priorità assoluta alla riparazione dell’alleanza quando avvengono delle rotture.
• Rassicuravi che la vostra esperienza ha senso sul piano umano. Maggiore è l’ apertura verso la propria esperienza, più questa viene rivisitata.
• Incoraggiarvi ad ascoltare sé stessi e i vostri cari in maniera più sintonizzata.
• Focalizzare la mia attenzione nell’approfondimento ed espansione di alcune esperienze significative, rallentando emotivamente in modo che voi siate più in grado di elaborarle.
• Organizzare e mettere in ordine quando le emozioni diventano caotiche includendo elementi che ci aiutano ad attribuire un senso a ciò che vi succede.
• Partecipare alle vostre emozioni rispecchiandovele, per sostenervi e contenere quando l’emotività diventa soverchiante. “Quello che possiamo condividere lo possiamo anche reggere!”
• Offrire la mia empatia e la mia validazione all’altro membro della vostra coppia o famiglia senza invalidare voi.
• Dedicarvi i miei sforzi a comprendere la realtà emotiva che guida alcuni vostri comportamenti disfunzionali attribuendo ad essi un significativo relazionale.